Per la serie “dei continui e quanto mai inopportuni paragoni tra Prosecco vs. Champagne” mi convinco ad andare a curiosare “santommasescamente” nel loco di produzione del più famoso metodo Champenoise esistente nel globo terracqueo, a Reims, cittadina situata a nord-est della Francia nella Regione Champagne-Ardenne – 150 km da Parigi, 270 km da Bruxelles: dico Bruxelles perché questo percorso l’ho condiviso con la mia amica Lana (che ringrazio e non citerò più in questo scritto onde evitarle fischi d’orecchie) partendo in versione car rental dalla capitale dell’Unione Europea.
Impostato il navigatore satellitare sull’opzione “strada più breve”, iniziamo la nostra avventura scartando il percorso autostradale sicuramente più veloce, che ci avrebbe però impedito di osservare da vicino lo scorrere del soave paesaggio circostante: peccato che all’ arrivo presso le Ardenne, loro malgrado ricche di storia, il buio ha già preso il sopravvento e la modalità “strada più breve” viene trasposta in quella “balla coi lupi”, vista la penuria di luci nella zona e i gagliardi scollinamenti da affrontare in mezzo alla natura, tra quasi impercettibili vigneti, qualche fattoria e nient’altro.
L’arrivo a Reims desta emozioni paragonabili alla prima volta nello stadio della propria squadra del cuore o al pellegrino che varcando Via della Conciliazione è colto improvvisamente da un estatico senso di mancamento alla vista del Colonnato del Bernini.
Peccato che la fame e la curiosità di bere lo Champagne proprio a Reims, prendano subito il sopravvento ed interrompano il flusso onirico: si parte con un elegante aperitivo di ostriche bagnato da “ Moët & Chandon Impérial brut ” prodotto da uve 40% Pinot Noir 40% Pinot Meunier 20% Chardonnay (9 gr/l residuo zuccherino), passando per una portata di filet de boeuf rigorosamente saignant (cottura al sangue) avec pommes frites e concludendo con una sfiziosa creme brulée che impennava gli indici glicemici solo a guardarla. Degno termine di serata appannaggio di un Jacquart Blanc de Blancs, vintage 2006, 100% Chardonnay decisamente più elegante e agrumato del già citato Moët.
Il giorno seguente la sveglia al canto del gallo evoca le escursioni in montagna col gruppo alpino del Cai, ma questa volta le montagne da scalare o, per meglio dire, le cantine da scendere, si chiamano nell’ordine di visita G.H. Mumm – Pommery – G.H. Martel .
G.H. Mumm
L’ingresso alla cantina è una via di mezzo tra la gioielleria e il centro benessere. La visita parte subito con una sorpresa: incredibile ma vero i fondatori di questa maison (1827), tra le più grandi dello Champagne, sono dei nobili tedeschi provenienti dalla valle del Reno (territorio vocato alla vitivinicoltura). Allora lo Champagne è anche tedesco?
8 milioni di bottiglie l’anno (60% export), 25 km di gallerie sotterranee dove sono stipate le varie tipologie di Champagne, 220 ettari di proprietà, una guida gentile e graziosa che ci accompagna attraverso i tunnel di gesso della cantina.
Degustazione finale con Cuvée R. Lalou 1999 brut – 50% Chardonnay 50% Pinot Noir (6 gr/l grado zuccherino), affinamento in cantina di 10 anni: note nocciolate e di mandorla, piacevole acidità. Il nome rende omaggio a René Lalou, presidente della maison dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino agli anni 70 del ‘900; Didier Mariotti – attuale chef de cave – ha voluto ricordarlo ricreando la storica cuvée con le uve provenienti dai medesimi territori Grand Cru che Lalou aveva individuato per l’assemblaggio originale dello champagne.
La maison Mumm si contraddistingue per il celebre “ Cordon Rouge ” una delle geniali intuizioni di marketing ante litteram afferente il vestito della bottiglia ed il packaging, che si palesa nel 1875 quando Georges Hermann Mumm (uno dei figli dei fondatori della cantina) crea e registra il suddetto marchio. La più conosciuta versione di questo Champagne è infatti riconoscibile in tutto il mondo per la banda rossa che da sinistra verso destra si staglia in diagonale sull’etichetta, diventando a tutti gli effetti l’indelebile e indimenticabile simbolo del marchio G.H Mumm.
Continua…
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