Dalla Provincia di Cuneo, Piemonte centro-meridionale, a meno di 15km da Alba giungono con amore i due spumanti per la degustazione apostolica del venerdì. Il produttore è l’Azienda Agricola Deltetto, realtà a tipica e spontanea conduzione familiare, abile nella meticolosa coltivazione dei declivi nel Roero così da proporre vini di qualità e rispettosi della eminente tradizione enologica locale.
I due spumanti, VSQ Extra Brut Millesimato 2008 e VSQ Rosé, sono entrambi declinati con il metodo Classico detto anche Champenoise (da Champagne) – presunta o vera invenzione del personaggio più famoso e menzionato nel mondo del vino, il monaco benedettino Pierre Perignon. Egli scoprì (casualmente) la spumantizzazione del vino inveendo contro alcune bottiglie che improvvisamente scoppiavano per l’eccessiva pressione interna prodotta dall’anidride carbonica. Eureka !
Dimenticavo di specificare che VSQ è l’acronimo di “vino spumante di qualità”, come normato dalla legge europea del 2009 di classificazione degli spumanti. Inoltre questi particolari vini, che devono avere una pressione di 3 atmosfere minimo, sono tutti classificabili come “vini speciali”.
Non per voler semplificare eccessivamente ma di solito nei metodi classici viene espressa una maggiore complessità, soprattutto nella struttura e nel corpo del vino, mentre nei cugini chiamati metodo Charmat (aridaje con un altro termine francese) si predilige la freschezza dell’aroma primario donato dall’uva e l’ammiccante fresca acidità.
Le materie prime principalmente utilizzate per lo spumante metodo classico, come i due vini in questione, sono le uve Chardonnay e Pinot Nero – entrambe di origine francese dalla zona della Borgogna – la prima a bacca bianca, l’altra a bacca rossa. Recentemente alcune ricerche chiariscono che lo Chardonnay derivi dall’illustre ignoto Gouais Blanc – ancestrale vitigno transalpino – incrociato probabilmente col Pinot Nero. Quest’ultimo può invece essere definito un “bianco vestito da rosso” per la sua sensibilità in fase di coltivazione, per l’aggraziato aroma che dona ai vini ed ultimo ma non tale per la sorprendente struttura. Nel Rosé degustato c’è anche una piccola percentuale di Nebbiolo, il vitigno più famoso della regione piemontese e non solo: quale occasione migliore quindi per tributargli un “inchino enologico” inserendolo in questo insolito spumante.
Vino prodotto con uve Chardonnay in prevalenza (80%) e Pinot Nero (20%), 48 mesi di affinamento in bottiglia sui lieviti, meno di 6 g/l di grado zuccherino. Colore giallo ambrato, molto carico. Profumi di lievito, crosta di pane e nota finale di frutta secca, molto nocciolato forse un po’ ossidato in conclusione. In bocca è pastoso, strutturato, bell’acidità equilibrata dall’alcol e leggera sapidità. Persistente ma non troppo.
Vino prodotto da uve Nebbiolo e Pinot Nero, quest’ultimo presente in percentuale maggiore, 36 mesi in bottiglia sui propri lieviti. Colore rosa scarico, cipolla di Tropea. All’olfatto non è così deciso rispetto al precedente vino, si fa desiderare per poi rilasciare delle note di lampone, frutti di bosco e il tradizionale accento di lievito. In bocca si nota in maniera leggera il tannino del Nebbiolo, di media struttura, con una acidità definita e una persistenza che tende a scemare in fretta. Questo vino è ottimo con il piatto servitoci a base di misticanza di verdure, prosciutto d’anatra, semi di sesamo e palline di mela.
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27 Apr 2016 - Degustazioni