Chi ha tempo non aspetti tempo, il tempo è galantuomo, tempus fugit, il tempo è denaro… Ecco alcuni tra i più comuni aforismi che ben descrivono l’enigmatico rapporto tra l’uomo e uno dei suoi rivali più temibili e incontrollabili: il “tempo”.

Il concetto temporale è per Maurizio Donadi un pilastro che appartiene alle fondamenta della filosofia produttiva della sua cantina, Casa Belfi, a San Polo di Piave nella campagna Trevigiana.
Il Prosecco rifermentato in bottiglia di Casa Belfi è infatti pensato per durare nel tempo, 5 – 6 – 8 anni, un vino slow, un vino che raggiunge la stabilità aspettandolo, attendendolo, e non attuando filtrazioni, chiarifiche o altre tecniche di vinificazione moderne. Custode di questo tempo è l’anfora di terracotta, dentro la quale avviene la prima fermentazione e la conservazione del nettare prima che questo venga imbottigliato, solitamente verso Pasqua, e sosti in bottiglia sui propri lieviti così da raggiungere una frizzantezza del tutto naturale. Donadi definisce i suoi vini “biologici naturali” e non “biologici commerciali”, cioè quelli che in cantina seguono le stesse lavorazioni dei vini convenzionali.

Sono bottiglie che vengono in seguito stipate in ceste e girate manualmente ogni mese e mezzo per rimetterne in circolo i lieviti depositatisi all’interno, sono bottiglie che vengono accarezzate dal proprio creatore quasi a volersi sincerare della salute del prezioso liquido in un reciproco scambio di confidenze e affetto. Non posso certamente parlare di un vino dal colore limpido ma posso di sicuro affermare che questo Prosecco è in bocca molto sapido, acido, al naso ha un profumo intenso di lievito e spicca per la sua piacevole capacità di essere dissetante: una fresca limonata estiva mentre beccheggio sulla mia amaca incastonata tra due pini marittimi nella pineta del mare. Invece il Prosecco 2014 fa storcere il naso per una intensa nota di riduzione, sulfurea, non così piacevole, ma poi in bocca lo spartito cambia e tutto torna sapido, fresco, citrino.

Oltre al Prosecco la serata organizzata da Onav Treviso al Ristorante le Querce di Ponzano, prevede la degustazione di un vino bianco composto da 60 per cento di Incrocio Manzoni e 40 per cento di Riesling bello acido e minerale anche questo… infatti siamo sui terreni delle grave del Piave e sembra di percepire il profumo dei suoi sassi… ed oltretutto in bocca si coglie un certo sentore burroso segno della fermentazione malolattica svolta.

Mi sorprende anche il Raboso/Cabernet Sauvignon assolutamente speziato, incredibilmente mutevole – infatti nel bicchiere si evolve nei suoi profumi ogni 3 minuti di orologio – non così persistente in bocca, ma con un gusto di cannella e un pizzico di zenzero da ricordare almeno fino al prossimo inverno, quando sarà tempo di vin brulé.

Maurizio Donadi appare così, senza troppi fronzoli: spontaneo, appassionato, poeta-contadino e sicuramente se il tempo si potesse fermare, magari pagandolo e corrompendolo, lui non lo farebbe.


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